Scoglio del Malconsiglio, una freccia verso il mare

Torre di Ligny Trapani

Lo scoglio del “Malconsiglio” si trova davanti la Torre di Ligny, come una freccia protesa verso il mare. E’ uno scoglio stretto e lungo, solitario, perennemente battuto dalle onde. A guardarlo ricorda la sagoma di una nave.

Scoglio del Malconsiglio - Torre di Ligny

La leggenda da cui il nome Malconsiglio

Lo chiamiamo scoglio del Malconsiglio per una leggenda. Si narra che il rivoluzionario Giovanni da Procida arrivò a Trapani il 30 marzo 1282 per organizzare la rivolta dei Vespri siciliani anche in questa città. Si incontrò segretamente con gli altri leader della rivolta e cioè Palmerio Abate, Alaimo da Lentini and Gualtiero da Caltagirone. Per sfuggire alle guardie, si gettarono a nuoto, da punti diversi della città, nel mare in tempesta, per incontrarsi proprio in questo scoglio. Qui pianificarono la rivolta che cominciò a Palermo, il 1° Aprile del 1282.

Di conseguenza lo scoglio fu chiamato “del Malconsiglio”, ma ovviamente da chi non approvava la rivolta.

Scoglio del Malconsiglio Trapani

Lo scoglio che fu la nave dei Feaci nell’Odissea

C’è un’altra storia antica legata a questo suggestivo scoglio ed è l’Odissea. Premesso che i 24 libri dell’Odissea narrano il lungo e travagliato viaggio di ritorno in patria, a Itaca, di Odisseo (Ulisse), eroe della guerra di Troia. Per intenderci, colui che aveva ideato l’inganno del cavallo di legno con il quale i Greci erano riusciti a distruggere la città.

Nel 1897 lo scrittore inglese Samuel Butler, con il libro “L’autrice dell’Odissea”, espose la sua teoria secondo la quale l’Odissea sarebbe stata scritta in realtà da una giovane donna trapanese.

Lo scrittore conosceva bene la lingua greca antica ed era insoddisfatto delle traduzioni dell’Odissea allora in uso. Decise di tradurre di persona l’Iliade e l’Odissea. Rimase subito perplesso di fronte alle differenze stilistiche, di linguaggio e di ispirazione tra i due poemi. Maturò così l’idea che l’Odissea non fosse opera di Omero, ma di una poetessa, Nausica, figlia del re Alcinoo di Scheria, l’attuale Trapani.

Dopo i suoi  numerosi viaggi in Sicilia, Butler ebbe la conferma che i paesaggi descritti nel poema erano quelli della Sicilia e delle isole Egadi.

L’Odissea opera di una scrittrice trapanese

La scrittrice dell’Odissea descriveva le isole Ionie ispirandosi alle isole Egadi. Samuel Butler analizzò i luoghi degli avvenimenti in maniera precisa. Individuò Trapani come Scheria e Itaca come Marettimo.  Aegusa, l’Isola delle capre, con Favignana; Boukinna, l’Isola del bestiame con Levanzo; e infine Dulichium con Isola Longa.

In realtà, quando l’autrice considerava Itaca un’isola, se la immaginava come l’alta e imponente Marettimo, delle isole Egadi. Quando invece narrava altri particolari, li prendeva dai suoi immediati dintorni sulla terraferma. Quindi anche Itaca era Trapani.

Praticamente, l’autrice non si era mai mossa dal suo territorio. Per descrivere i luoghi descritti nell’Odissea prendeva spunto dai luoghi a lei vicini.

Fu proprio l’episodio della trasformazione in scoglio della nave dei Feaci al ritorno da Itaca che convinse Butler che quello fosse stato un posto descritto dal vero.

Butler identificò questo scoglio del Malconsiglio che assomiglia a una nave con l’imbarcazione dei Feaci di re Alcinoo, con cui Ulisse ritornò alla sua Itaca. A Scheria venne tramutata in pietra all’imbocco del porto per volere dell’adirato dio Nettuno.

Ciò viene avvalorato dal mito cristianizzato per il quale la Madonna di Trapani, per salvare la città dall’attacco dei turchi, pietrificò la nave dei pirati.

Una teoria non apprezzata

Nel 1892 lo scrittore inglese venne a Trapani per parlare della sua teoria. Nei luoghi Butler trovò le conferme che cercava. Trovò anche un estimatore, Pietro Sugameli, che lo seguì in tutte le escursioni, da Scurati a Pizzolungo.

La teoria che i viaggi dell’Odissea si svolgessero in Sicilia non era proprio nuova, ma già nota nell’antichità. Comunque il libro di Butler non ebbe proprio successo. La comunità scientifica rimase piuttosto fredda di fronte all’ipotesi. Pure a Trapani ci fu qualche polemica. Forse non si poteva accettare che l’autrice fosse una donna?

Butler vendette solo duecento copie del suo libro. Ma fu grato a Trapani e ai trapanesi che lo avevano aiutato nelle sue ricerche sul campo. Per questo dispose, per testamento, che il manoscritto del suo  libro venisse donato alla biblioteca di Trapani.

Fonti: Wikipedia, Britannica

Foto: Maria Virzì