Torre di Ligny, un simbolo di Trapani
Il Tirreno e il mare Mediterraneo si incontrano in questo punto, Torre di Ligny, la punta più occidentale della Sicilia. Questa torre in posizione strategica fu fatta edificare nel 1671 dal vicerè Claudio La Moraldo, principe di Ligny, su progetto dell’architetto Carlos De Grunembergh. Ha una forma quadrangolare e una struttura in pietra e tufo. Era una torre di difesa.
Il prospetto principale ha una piccola porta d’ingresso, una finestra ad arco ribassato sormontato da tre stemmi e una lapide e un balcone sporgente. Ha modanature agli angoli a forma di cono rovesciato.
Il Museo Civico Torre di Ligny
Torre di Ligny ospita il Museo Civico, con la collezione di reperti archeologici legati al territorio trapanese. Tra questi, ci sono due elmi risalenti al periodo della prima guerra punica (241 a.C.). Troviamo poi ancore ed anfore di epoca punica e romana. Manufatti ed utensili in selce ed ossidiana ricordano la preistoria di Trapani. Diversi manufatti risalgono al periodo tra gli Elimi e il tardo Medioevo.
Attraverso una scala interna si accede al terrazzo della torre. Da qui la vista è magnifica. Si vede da Capo San Vito a Marsala e tutta la città di Trapani ai piedi del Monte Erice, le saline e le Egadi.
Proprio vicino alla torre si trova una piccola insenatura circondata da scogli che è chiamata la “Vasca du parrinu”.
La via che porta alla torre e la scogliera sono tra i posti più belli di Trapani. Da qui si può ammirare il mare, bello sia calmo che in tempesta, con i suoi colori intensi, sia di giorno che al tramonto. Il vento la fa sempre da padrone e porta con sé tutto il profumo del mare. Un posto con una vista fantastica, da dove ammirare tutta Trapani a est, le Egadi e Villa Nasi a ovest.
Anche questo fantastico luogo, come Villa Nasi o il Castello di Venere a Erice, è un luogo privilegiato per un contato speciale tra l’essere umano e la natura.
Spesso il mare è in tempesta a Torre di Ligny. Talvolta però è così calmo che non si capisce la divisione tra il cielo e la terra, e il mare lascia intravedere gli scogli sommersi.
Foto: Maria Virzì